I 5 concetti base per Imparare a Fotografare

Buongiorno ragazzi,

Oggi approfondiamo i 5 concetti base per imparare a fotografare di cui vi avevo parlato nell’articolo precedente.

  1. Tempo di Scatto ( o tempo di esposizione)
  2. Apertura Diaframma
  3. Iso
  4. Bilanciamento del Bianco
  5. Messa a fuoco

TEMPO DI SCATTO O TEMPO DI ESPOSIZIONE

Per definizione è il tempo di esposizione o tempo di scatto o anche tempo di otturazione, è il tempo durante il quale l’otturatore della macchina fotografica rimane aperto per permettere alla luce di raggiungere la pellicola o il sensore (nel caso della macchina digitale).

In parole semplici il tempo in cui le cosiddette tendine che formano l’otturatore, rimangono aperte. Tempi più lunghi faranno filtrare più luce e viceversa.

Il valore del tempo di esposizione viene espresso in secondi. Passiamo da valori bassi, come 1/8000s, a tempi che possono raggiungere anche più di un minuto.

In combinazione col diaframma, il tempo di esposizione regola la giusta quantità di luce per ottenere una fotografia ben esposta.

I due fattori sono inversamente proporzionali, un tempo rapido richiede un diaframma più aperto mentre un tempo lento si abbinerà ad un diaframma più chiuso, in ogni caso la scelta di una coppia dipenderà esclusivamente dal fotografo e dalla fotografia che ha in mente.

Il tempo di esposizione si misura in secondi. I valori che troviamo nelle reflex,  rappresentano frazioni del secondo; così 15 sta per 1/15 di secondo o 30 sta per 1/30 di secondo fino ad arrivare d esempio a 1/8000.

Cosa ci permette di ottenere un parametro rispetto ad un altro?

  1. Congelare una azione in movimento
  2. Scattare in condizione di scarsa luminosità
  3. Scattare fotografie notturne
  4. Valorizzare il movimento di una azione.

Se vogliamo fotografare per esempio una persona che fa sport o un’auto che sta correndo, dobbiamo impostare tempi di scatto molto veloci  come ad esempio 1/1000 per riuscire a congelare il movimento, e isolare il soggetto, viceversa usando tempi molto brevi andremo a creare il cosiddetto “motion blur“, un alone sfocato che segue il movimento del nostro soggetto, un effetto che risulta brutto ed errato su soggetti in posa ma che può risultare creativo se è voluto e studiato in maniera sensata dal fotografo.

Tempi di scatto molto brevi possono permetterci anche di creare spettacolari effetti ad esempio con il movimento dell’acqua chiamato “effetto seta” o il cosiddetto “panning”, una tecnica fotografica grazie alla quale un soggetto in movimento, in uno scatto, viene rappresentato fermo con sfondo mosso: questo permette di accentuare l’idea di movimento e dinamismo, oppure fotografare il moto di rotazione apparente delle stelle, disegnando degli archi nel cielo stellato “startrails”.

 

Un altro fattore che dobbiamo tenere in considerazione quando calcoliamo il tempo di scatto è il movimento della nostra mano e quindi della macchina fotografica, impostare un tempo di scatto molto lungo per alcune immagini potrebbe creare il cosiddetto “micromosso” brutto effetto che in alcuni casi è possibile accorgersene solamente dopo aver importato le immagini al pc.

Ricordiamo quindi che per creare alcuni scatti è obbligatorio l’uso del treppiede.

APERTURA DRIAFRAMMA

L’apertura del diaframma è il parametro che indica quanto sia più o meno aperto il diaframma all’interno dell’obbiettivo.

Il diaframma è solitamente composto da un insieme di lamelle che si chiudono e aprono, creando un foro di apertura di forma poligonale; un maggior numero di lamelle rende la forma simile ad un cerchio, la loro forma e il colore definiscono la qualità dei punti luce nelle aree fuori fuoco.
L’effetto sfuocato viene spesso tecnicamente definito con il termine giapponese di bokeh.

L’apertura del diaframma è misurata in numeri f,Tutte le fotocamere a prescindere dal produttore e dalla tipologia hanno la stessa scala di dimensioni dell’apertura del diaframma, i valori tipici sono f/1, f/1.4, f/2, f/2.8, f/4, f/5.6, f/8, f/11, f/16, f/22, etc.

Minore sarà il fattore fmaggiore sarà l’apertura del diaframma, ottenendo una profondità di campo ridotta e conseguentemente un’area di messa a fuoco limitata.

Maggiore sarà il fattore f , minore sarà l’apertura del diaframma, ottenendo una profondità di campo più elevata e una area di messa a fuoco più ampia.

Un altro fattore che influenza la profondità di campo è la distanza degli elementi della scena tra di loro e dalla nostra fotocamera.

A parità di valore di apertura, più aumenta la distanza del soggetto messo a fuoco più aumenta la profondità di campo.

Lo stesso succede sulla distanza sfondo/soggetto, più aumenta la distanza tra lo sfondo e il soggetto, più lo sfondo sarà sfuocato.

Oltre alla creatività del fotografo di inserire un parametro a suo piacimento, una delle ragioni per cui andiamo a scegliere un parametro rispetto ad un altro è sicuramente l’elemento che vogliamo mettere in risalto, ad esempio in un ritratto andremo a inserire un valore molto basso per far si che la persona sia l’elemento principale della foto e sfuochiamo tutti gli elementi di disturbo che si trovano nei dintorni, al contrario in una foto paesaggistica andremo a inserire un valore molto più alto per far si che tutti gli elementi del paesaggio siano ben a fuoco.

Naturalmente ricordiamo che ogni fattore che andiamo ad impostare va compensato nel giusto modo a secondo della situazione e tipo di fotografia con gli altri due fattori ISO e Tempo di scatto.

ISO

Per definizione in fotografia gli ISO indicano la sensibilità del sensore alla lucePiù alto è il valore dell’ISO, più elevata è la sensibilità alla luce. 

Gli ISO sono il parametro più semplice da utilizzare, aumentare questo parametro ci permette di avere una immagine più luminosa in situazione di scarsa luminosità, come ad esempio di notte o quando abbiamo bisogno di impostare tempi di scatti molto brevi come ad esempio in corse automobilistiche o soggetti in movimento.

Ad oggi il valore minimo di ISO che possiamo impostare è 50 continuando fino a valori come 100 200 400 800 1600 3200 e oltre. Quelli appena elencati sono gli stop interi ma le macchine digitali permettono di impostare anche terzi di stop.

Naturalmente un fattore tenere presente sempre in mente è che aumentando il valore degli ISO andiamo ad aumentare la sensibilità alla luce del sensore e quindi aumentare il rumore dell’immagine, quindi impostando un valore troppo alto, otterremmo un alto livello di rumore.

Il rumore è una perdita di nitidezza che nella maggior parte dei casi rende una foto inutilizzabile, ma che può risultare una foto invecchiata o scattata a pellicola se per esempio stiamo scattando delle foto in bianco e nero e vogliamo dare questo tipo di effetto.

Al giorno d’oggi esistono macchine fotografiche digitali che ci permettono di arrivare ad un alto parametro di ISO con un accettabile livello di rumore, ma parliamo di fotocamere professionali e molto costose.

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

Il bilanciamento del bianco (WB) è un fattore molto importante da calcolare se non vogliamo ottenere una immagine dai colori completamente sbagliata.

E’ quindi molto utile conoscere come gestire il bilanciamento del bianco e sapere come impostarlo per migliorare le foto correggendo eventuali errori in fase di scatto per ottenere una immagine dai colori reali.

Il bilanciamento del bianco viene impostato attraverso un parametro chiamato “Temperatura di colore”, presente in tutte le fonti luminose e viene misurata in gradi Kelvin (K).

Al contrario di quello che sembra, una luce con un’elevata temperatura del colore è una luce tendente al blu “luce fredda”, mentre una luce con una bassa temperatura del colore sarà tendente al rosso e di conseguenza verrà chiamata “calda”.

Le diverse sorgenti luminose più o meno calde influenzano i colori di tutto ciò che ci circonda. Il nostro occhio è una macchina perfetta e si adatta automaticamente ai cambi di luce.

Un foglio bianco lo vedremo sempre bianco sia che ci troviamo in una giornata soleggiata o in una giornata nuvolosa.

Il sensore di una macchina fotografica invece interpreterà il colore del foglio in modo diverso in base alla “temperatura” della luce che lo illumina. Per catturare una immagine da colori corretti dobbiamo suggerire alla nostra macchina fotografica che tipo d’illuminazione abbiamo di fronte a noi, impostando il giusto valore di Bilanciamento del bianco.

Il valore del bilanciamento del bianco  è facile da modificare attraverso un pulsante apposito o attraverso il menu riconoscibile con il simbolo WB ( white balance).

Nelle fotocamere di oggi troviamo la possibilità di impostare diverse impostazioni predefinite a seconda della fonte di luce che ci troviamo davanti, o addirittura impostare la funzione “automatic white balance” che può andare bene nella maggior parte delle volte in cui ci troviamo all’aperto, ma che può sbagliare il bilanciamento se ci troviamo in posti al chiuso con luci calde in cui la fotocamera non riconosce la fonte di luce, in questo caso se nessuno dei parametri predefiniti fa al caso vostro potrete impostare la modalità manuale.

Come funziona la modalità manuale? molto semplice, una volta impostata la modalità manuale, la fotocamera  vi chiederà di scattare una foto ad un foglio bianco per indicare alla fotocamera di prendere come riferimento il foglio in questione che in quella determinata scena risulta bianco, di conseguenza la fotocamera capirà che tipo di illuminazione è presente in quella scena e imposterà il valore corretto di bilanciamento del bianco.

Se siamo più esperti e sappiamo già più o meno che valore di temperatura colore abbiamo nella nostra scena, possiamo direttamente impostarlo manualmente nella modalità “K”.

Naturalmente è sempre consigliato effettuare uno scatto con un bilanciamento del bianco il più preciso possibile al momento dello scatto, ma comunque è possibile modificarlo anche in post produzione attraverso i parametri del software che stiamo utilizzando con diversi metodi, ad esempio, regolazione automatica, attraverso cartoncini acquistati precedentemente e inseriti all’interno di uno scatto singolo o l’utilizzo del ColorChecker, tutti strumenti di cui parleremo in seguito.

MESSA A FUOCO

Per definizione quando parliamo di messa a fuoco in fotografia ci riferiamo alla regolazione della distanza tra le lenti dell’obiettivo e il sensore della fotocamera affinché venga catturata un’immagine nitida.

I nostri occhi mettono a fuoco automaticamente grazie alla comunicazione occhio/cervello, cioè rendono tutto nitido tutto quello che stiamo guardando adattandosi al variare di inquadratura, distanza del soggetto e cambio della luce, senza alcun minimo sforzo da parte nostra.

A differenza dei nostri occhi, la nostra macchina fotografica ha bisogno del nostro intervento.

Possiamo mettere a fuoco un soggetto in due modi:

La messa a fuoco manuale o M ( manual focus),  avviene impostando la modalità e ruotando la ghiera di messa a fuoco presente sull’obbiettivo fino ad ottenere il soggetto nitido, impostazione sicuramente più precisa ma meno comoda e veloce a seconda dell’esperienza del fotografo.

La messa a fuoco automatica, può essere inserita in 3 modalità (singola AF-S, continua AF-C, automatica) che dopo aver impostato la modalità prescelta, vengono utilizzate attraverso il tasto di scatto premuto per metà.

Impostando la messa a fuoco singola o AF-S, ci permette cliccando di scegliere e bloccare il punto di messa a fuoco, consigliato su ritratti di soggetti fermi o su paesaggi.

Al contrario della prima, la messa a fuoco continua AF-C, sempre cliccando il tasto di scatto a metà, ci permette di inseguire il soggetto in movimento fino al punto finale in cui vogliamo scattare, quindi consigliata per scattare fotografie sportive o soggetti in movimento.

Invece nella messa a fuoco automatica, sarà la macchina a scegliere il punto di messa a fuoco, ma sconsiglio perché non sempre affidabile.

Per concludere ci sono i punti di messa a fuoco, che possono essere più o meno a secondo del tipo di macchina fotografia che possediamo.

Possiamo decidere se utilizzare un singolo punto, da tenere centrale o spostare verso qualsiasi punto dell’inquadratura che vogliamo mettere a fuoco o utilizzare l’area di messa a fuoco utilizzando più punti.

CONCLUSIONI

Siamo arrivati alla fine, naturalmente tutto è spiegato in maniera generale, ma si possono approfondire gli argomenti a secondo delle diverse situazioni che ci troviamo davanti!

Per qualsiasi dubbio o domanda potete contattarmi sui miei canali social o scrivere una email al modulo di contatto che trovate sulla sezione CONTACT del mio blog.

Nel prossimo articolo andremo a parlare invece delle 9 regole utili per scattare una buona fotografia!